foto di : Aurelio Laloni, Carbsides, Giacomo Colonnelli, Bruno Severini
POPUP FESTIVAL 2020 propone una raccolta di opere visive richieste ad una trentina di artisti contemporanei durante i mesi del lockdown appena trascorso, ed esposte nelle bacheche pubbliche della città di Osimo, circa una quarantina, messe a disposizione per l’occasione dal Comune e dalle tante associazioni che le detengono lungo le strade e le piazze del centro storico.
Street Gallery è una mostra all’aperto per riappropriarsi dello spazio civile, sociale, vitale, perduto durante la pandemia. Coraggiosi gli artisti – 2501, Nicola Alessandrini, Andre the Spider, Davide Barca, Giorgio Bartocci, Rodrigo Blanco, Simona Bramati, Diego Bonci, Luca Caimmi, Canemorto, Roberto Catani, Leonardo Cemak, Mariana Chiesa, Allegra Corbo, Cowarte, Annaclara Di Biase, Camilla Falsini, Silvia Fiorentino, Oliviero Fiorenzi, GG Tarantola, Lisa Gelli, Giacomo Giovannetti, Danilo Sailor Danny Mancini, Moneyless, Tommy Gun Moretti, Raffaele Primitivo, Marco Puca – che hanno scelto la propria opera in un periodo di estrema incertezza e di isolamento, reagendo ciascuno secondo la propria inclinazione e i propri sentimenti, nei confronti di una condizione improvvisamente vicina come quella di una possibile estinzione. Che il mondo della cultura e dell’arte siano eccedenza sacrificabile per una civiltà globale dominata dalle ferree leggi del Capitale Finanziario lo hanno capito tutti durante il lockdown, quando non si sono certo fermate le produzioni di armi o il mondo finanziario, ma teatri, cinema, musei, associazioni, librerie, concerti ecc. sono stati i primi a chiudere e in parte lo sono ancora…
Street Gallery è una intelligente risposta di resilienza che mette in campo l’Arte come estrema necessità, come autodifesa, da parte di una umanità che non vuole soccombere alla follia che questo sistema non smette di tessere. Ecco allora che le opere in Street Gallery non si collocano a caso o secondo un contesto ad hoc con la propria sostanza e lo spazio che le accoglie, ma oscillano continuamente tra essere minacciosamente occupanti delle bacheche simbolo di quella comunicazione umana limitata e proibita negli ultimi mesi, e l’avvertimento che indicano con la loro collocazione dentro appositi spazi protetti, le bacheche appunto, che non possono non richiamare al nostro immaginario le mascherine di protezione di cui tutti ora facciamo uso.
La performance che POPUP FESTIVAL 2020 mette in atto con questa invasione di opere nel centro città, è ancora una volta perfettamente omologa alla vitale e disperata voglia di libertà e di ribellione che attraversano i mari e le città del mondo in questo momento: Another end of world is possible!
testo di Oskar Barrile