Sul soffitto, due falchi pellegrini ad ali spiegate. Sulle pareti laterali, un cardellino e una rondine nascosti fra margherite e ginestre, fiori di camomilla e foglie di querce, erbe spontanee ed edibili che crescono sulla macchia del Conero. Uccelli e piante sono pitturati in misure giganti, amplificati nelle dimensioni. Così, in un ribaltamento prospettico, chi osserva si percepisce rimpicciolito, una creatura microscopica nel mezzo della natura. “New dawn, New day, New life” (“Nuova alba, nuovo giorno, nuova vita”), è l’opera realizzata dall’artista giapponese TWOONE, Hiroyasu Tsuri (1985), sulle superfici interne del Mercato delle Erbe di Osimo. Un wallpainting prodotto da Mac Manifestazioni Artistiche Contemporanee, con la direzione artistica di PopUp Studio e promosso dal Comune di Osimo. Un atto “gestuale e positivo”, come lo stesso autore ha definito il suo intervento, dove ci si misura coi simboli del rinnovamento e del creaturale. Ad ogni alba, d’altronde, una nuova genesi si compie. Il mondo rinnova sé stesso e annuncia il suo nuovo inizio anche col volo e il cinguettio degli uccelli, con lo schiudersi delle piante che danno nutrimento. “New dawn, New day, New life” rappresenta tutto questo all’interno del Mercato Pubblico, luogo che occupa una funzione vitale nel tessuto cittadino, dove ogni mattina le persone entrano per acquistare il cibo che viene dalle campagne. Prima e durante l’arco della realizzazione TWOONE ha soggiornato ad Osimo per più giorni. “Ho potuto vivere la città, ho conosciuto molte persone, camminando dentro e fuori le mura del borgo. Ho preso appunti e scattato foto del paesaggio. L’ispirazione diretta è venuta dalla natura. Dopo aver visitato il Museo di Scienze Naturali Luigi Paolucci a Offagna, ho scelto di dipingere elementi della fauna e flora locali”, racconta. Ed ecco i falchi pellegrini realizzati sulla copertura del Mercato Pubblico osimano. Sono uccelli che nidificano sul Conero e che TWOONE ha rappresentato ad ali spiegate con la tecnica degli spruzzi di colore, dipingendo a soffio come gli impressionisti. Le forme del wallpainting dialogano e giocano con la struttura del soffitto, progettato dall’ingegnere Carlo Morelli nel primo Dopoguerra e brevettato negli anni ‘30. Le pennellate sono sgocciolature astratte sui cassettoni cementizi che innervano la struttura. Si dispongono come pixel, capaci di ricomporsi in una figura compatta quando l’osservatore, posizionato sul giusto punto prospettico, alza gli occhi e si trova così al cospetto dei due uccelli dalle piume azzurre.