spray art | astrattismo | muralismo figurativo | writing

in mostra le opere dei principali protagonisti italiani dell’arte urbana
a cura di Monica Caputo e Gian Guido Grassi

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“Abbiamo creato una forma d’arte venuta fuori dalle nostre esistenze di quartiere a quanto pare insignificanti ed ora è ovunque sulla Terra” (Phase2)

L’attitudine indica una disposizione innata o acquisita, fisica, psicofisica o psichica, che rende possibile o facilita lo svolgimento di una determinata attività; nel gergo della “strada” indica l’inclinazione e l’approccio con cui “chi pitta” affronta la propria azione espressiva.

Molte sono le “attitudini” personali e le conclusioni artistiche di un fenomeno già vastissimo in termini geografici; ecco perché non è facile dare una definizione e muoversi all’interno di un contenitore che ha come sicuri elementi comuni quello di raccogliere artisti che iniziano a dipingere nel contesto urbano in modo spontaneo e la convergenza dell’energia della strada con la componente creativa.

Con l’espressione “arte urbana” si è dunque cercato di creare un contenitore ampio in grado di raccogliere varie esperienze che si sono avvicendate nel tempo e continuano a coesistere tutt’oggi. Sarebbe forse più opportuno, per uscire da ogni ambiguità, parlare di “arte contemporanea urbana”: arte contemporanea, in quanto questo è l’ambito generale dove si svolge la ricerca di quel gruppo di giovani più talentuosi che hanno creato una nuova modalità di espressione, e urbana per ricordare la genesi della loro attività.

Semplificando, potremmo quindi individuare tre categorie principali: “Graffiti Writing”, “Street Art” e “Neo muralismo”, cha a sua volta si dirama in “figurativo” e “astrattista”.

PopUp! Questa esperienza dirompente che è stata tra le prime realtà italiane a promuovere una generazione di artisti e lavorare nello spazio urbano con una rinnovata idea di arte pubblica è la nostra linea guida. È, infatti, attraverso le opere dei principali artisti che hanno dipinto nelle Marche e collaborato con PopUp Festival, che il percorso espositivo segue la genesi e gli sviluppi del fenomeno culturale più esplosivo e globale degli ultimi 40 anni, in grado di influenzare l’immaginario collettivo e cambiare il volto delle nostre città.

Le sale in mostra raccontano le varie declinazioni dell’arte urbana, attraverso quattro focus monografici e una sezione storica, partendo dall’anima più ribelle e sociale propria dei Graffiti fino a quella monumentale propria delle manifestazioni istituzionali più recenti.

La prima sala ospita il Gruppo OK (108, Alfano, Aris, Dem, Dr Pira e Mr Mondo), una delle crew di Graffiti maggiormente rivoluzionarie della scena italiana, i cui esponenti furono tra i primi ad abbandonare la componente alfabetica del Writing per addentrarsi in nuove ricerche a fine anni ’90.

Si percorre quindi la sezione storica con una rassegna collettiva degli artisti Joys, Basik e Run, M City, 2501, che individuano rispettivamente quattro attitudini – l’analisi sul Lettering e il Post Graffiti, la tipizzazione di un logo indicativo dell’autore che forse potremmo più propriamente chiamare Street Art, il neo muralismo figurativo e astrattista; le sculture di Etnik, Muz e Peeta mostrano invece come questa forma di arte non si limiti a una dimensione pittorica. Zamoc, Allegra Corbo, Moneyless e Twoone sono artisti che hanno interagito con lo spazio pubblico di Osimo realizzando opere urbane, talvolta andate purtroppo perdute; con i loro lavori, che siano su legno combusto, tessuto, lavagna o light box, ci aiutano a comprendere del pari la transmedialità di una ricerca che si arricchisce grazie alla diversità dei contesti in cui essi si trovano ad operare.

Si attraversano infine le sale monografiche iniziando con StenLex, duo romano celebre in tutto il mondo per aver creato la tecnica definita “Stencil Poster”; Eron, artista riminese, indiscusso maestro della “Spray Art”, che ricrea un ambiente e ci guida in una dimensione sospesa nel tempo e nello spazio; Ericailcane che presenta personaggi fantastici e animali antropomorfi, scene rapite da una versione contemporanea delle favole di Esopo o dalla Batracomiomachia.

Uscendo dalla storica cornice del settecentesco Palazzo Gallo, nell’androne monumentale incontriamo “Donna forma”, un’installazione di Giorgio Bartocci concepita site-specific che rende omaggio alla figura femminile.