Accade ancora, per fortuna, che operazioni artistiche di sostanza e ben confezionate possano sbocciare all’improvviso, anche in luoghi apparentemente distanti anni luce dai centri di elaborazione e produzione artistica già conosciuti ed affermati. A dimostrazione che nell’era digitale l’intento e la determinazione superano le difficoltà legate alla distanza e all’isolamento culturale dei luoghi. Anche se si realizzano ad Ancona o meglio all’Aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara.

La formula magica per ottenere questo risultato può sembrare perfino banale: un’associazione culturale locale, MAC Manifestazioni Artistiche Contemporanee, un giovane artista romano di fama internazionale, Hitnes, una location non-luogo per definizione, come il terminal arrivi di un Aeroporto regionale, Falconara (An), la collaborazione con un’azienda locale di vernici naturali per bioedilizia, Spring Color, ed ecco che nel corso di una serata party all’interno di quel terminal curato da The Terminal Aeroparty (con dj e musicisti dal vivo del calibro di Kim Ann Foxman, Richy Ahmed, Tempelhof, Stèv, il meglio della scena house newyorkese e di quella londinese) una superficie di quasi 200 metri quadri di vetro e acciaio viene dipinta come se fosse la cosa più semplice del mondo.

E’ quello che è realmente accaduto il 21 settembre 2013 in quello scalo, dove il poliedrico Hitnes (disegnatore, muralista, pittore, incisore, serigrafo, scenografo, storyboarder) ha pazientemente istoriato con una sua opera un’intera parete di vetro dell’aeroporto.

“Il Nido”, questo il titolo del lavoro, rimanda ad una visione marina, grazie all’incessante inerpicarsi di coralli rossi interrotto a volte da altri blu tendenti al nero sù sù lungo tutta la vetrata. La parete trasparente separa l’interno del terminal dall’esterno dello scalo, e a seconda che si ammiri il dipinto da dentro o da fuori in pieno sole o di notte, regala sempre emozioni diverse. La sensazione prevalente è quella di essere in prossimità o immersi in un grande acquario dove da un momento all’altro un pesce esotico sbuchi fuori dalla selva di coralli rossi … o sono i passeggeri in transito gli abitanti dell’acquario? Hitnes utilizza volutamente tratti sinuosi ora chiusi e altri aperti giocando abilmente con quelli rigidamente dritti dell’architettura reticolare della vetrata; mentre i tratti grossolani tipici della pittura murale e di molta street-art trascolorano illusionisticamente, per chi si trova al centro della vasta sala, nei tratti sottili ed elaborati di un’incisione arabescata: come non pensare per esempio alla Grande Onda dipinta dal pittore giapponese Hokusai due secoli fa?

Hitnes, formatosi all’Istituto Europeo di Design, ha partecipato tra l’altro a numerosi Festival di Street Art un po’ in tutto il mondo e nella primavera di quest’anno a Roma ha esposto al Museo di Zoologia Paginae naturalis, un incredibile bestiario fantastico fatto da decine di illustrazioni in piccolo formato, pesci in particolare, che rimandano con i loro dettagli certosini, a quelle scientifiche e reali presenti nel Museo. Ma qui all’Aeroporto di Falconara l’artista romano riesce a comunicare l’illusione del dettaglio riducendo le pennellate all’essenziale, perfino la tavolozza dei colori è ridotta ai minimi termini utilizzando solamente due colori primari: il rosso e il blu. Ma anche questa semplicità è frutto di una ricerca. Hitnes ha voluto sperimentare, su una superficie difficile come il vetro, l’utilizzo di colori naturali; pigmenti di origine vegetale come l’indaco da guado, colori a base di carbonati di calcio, albume d’uovo, latte, olio di lino; in una parola le basi dei colori cari ai pittori del nostro Rinascimento, ed è riuscito a fissarli sul vetro. Una bella lezione di work in progress ottenuta grazie alla collaborazione di un’azienda che da anni punta sulle vernici naturali e che lo ha assistito mettendogli a disposizione tutto il suo patrimonio di conoscenza.

Oskar Barrile