Nato a Buenos Aires, a undici anni Zosen inizia a fare graffiti. E’ il periodo dello skate, dei pantaloni scesi e delle bomboletta a spray. E’ il periodo delle Crew e di teenager che girano come bande armate di colore per le periferie. A 12 anni si trasferisce a Barcellona, terra d’origine di sua madre. E’ qui che inizia a essere bombardato da immagini di artisti e se ne innamora al punto di diventare un nomade del graffito. Internet non c’è, e l’unico modo di cibarsi delle opere degli altri è raggiungerle fisicamente.
Da allora sono passati un po’ di anni e in nel frattempo Zosen è diventato uno dei più noti artisti a livello mondiale. Le sue opere sono state esposte in diverse gallerie del mondo e i suoi lavori di street art si possono trovare un po’ dappertutto.
Il lavoro di Zosen è colorato e ottimista e riflette strettamente la vita privata dell’artista che lui stesso definisce “buena onda”. Le sue influenze derivano dalla cosiddetta “skate culture”, dal Punk e dai movimenti del DIY con le quali comincia a sperimentare stili differenti in cui combina la classica “scuola” dei graffiti con degli strani personaggi. L’impronta naif e pop diventa selvaggia nelle esplosioni da writer, con richiami narrativi alla Keith Haring. La sua opera rappresenta una combinazione di simboli, totem, palme, alberi, frutta, come espressione dell’equilibrio tra gli esseri umani e il pianeta, tra il marrone della terra da dove arriva il cibo e l’azzurro del cielo.
Oggi Zosen continua a lavorare sui muri delle strade, realizza illustrazioni, si occupa di fashion design, installazioni e performance. Tiene workshop sui graffiti ed è il co-fondatore del marchio di abbigliamento “Animal Bandido” creato insieme alla designer Claudia Font.