L’opera di Van Hillik, che si pone nel variegato e già consolidato panorama pop surrealista, contiene differenti elementi stilistici nei quali anche la cultura alternativa trova una coesione nell’intera composizione narrativa.
Veks Van Hillik nasce nel 1988, in un piccolo villaggio nel sud-ovest della Francia.
Il disegno lo ha sempre appassionato, influenzato dai fratelli maggiori. Inizia come autodidatta ispirandosi alle forme del mondo animale e vegetale, che saranno poi le fonti privilegiate delle sue opere più mature. Veks dipinge anfibi e animali acquatici trasformandoli in creature surreali e misteriose, chimere anatomicamente rigorose.
Sensibile all’underground e agli universi popolari come il manga, i cartoni animati, il cinema, i videogiochi, la fantascienza e il fantasy, passa con disinvoltura dalle tele minuziose ai tattoo, fino ai murales.
Quando dipinge su una parete vuole portare un soggetto improbabile in un ambiente molto tangibile e reale. Pesci che galleggiano su parete, rane volanti fanno la loro comparsa come in un sogno lucido e ironico.
Artista attivo sia in studio che nella street art e nella tattoo art, i suoi lavori sono affini a movimenti come il Lowbrow o il Popsurrealism, ma rivelati in una chiave intima, come una finestra aperta sulle paure, i desideri, il subconscio, o si riferiscono molto spesso alla sua infanzia in maniera più ampia.